I volti della Bellezza
Bruno Forte, nell’introduzione del suo saggio La porta della Bellezza - Per un’estetica teologica (Brescia, Morcelliana Editrice, 1999. Citazioni p. 8, 12, 27, 47, 53, 76, 142), dichiara: "Accostarsi a questo singolare contributo alla meditazione sulla bellezza, senza pretese di completezza, per via di approcci parziali distribuiti nel tempo e di rapporti fra i tempi, è lo scopo di questo libro. Esso non ripete quanto una storia dell’estetica o una teoria generale di essa potrebbe dire a partire dal configurarsi moderno di questa disciplina, ma indaga altri percorsi, quelli dell’apporto profondo, anche se spesso non evidente, della riflessione teologica alla concezione e all’esperienza della bellezza.
Bruno Forte, nell’introduzione del suo saggio La porta della Bellezza - Per un’estetica teologica (Brescia, Morcelliana Editrice, 1999. Citazioni p. 8, 12, 27, 47, 53, 76, 142), dichiara: "Accostarsi a questo singolare contributo alla meditazione sulla bellezza, senza pretese di completezza, per via di approcci parziali distribuiti nel tempo e di rapporti fra i tempi, è lo scopo di questo libro. Esso non ripete quanto una storia dell’estetica o una teoria generale di essa potrebbe dire a partire dal configurarsi moderno di questa disciplina, ma indaga altri percorsi, quelli dell’apporto profondo, anche se spesso non evidente, della riflessione teologica alla concezione e all’esperienza della bellezza.
Agostino, Tommaso, Kierkegaard, Dostoevskij, Evdokimov, von Balthasar saranno altrettante voci convocate a testimoniare questo apporto, per poter poi - nella luce che ne emergerà - tentare riletture degli eventi della bellezza che possono offrirsi nella musica, nel cinema, nella poesia, fino ad indicare - «in limine» - il misterioso legame che unisce la bellezza all’ultima, silenziosa soglia, lì dove più che mai il confine domanda di esser varcato dall’una parte e dall’altra e si schiudono i battenti della porta della Bellezza...". Sulla base di questo assunto Forte traccia una radiografia dei variegati volti della bellezza, parziale perché intrisa di una visione teologica, ma anche estremamente intrigante. Purtroppo, siamo in difficoltà - vessati da una drastica penuria di spazio - e dobbiamo solo elencare questi volti, non potendo attingere ai temi introdotti dagli autori citati.
Agostino: "Chiediti che cosa ti attrae nel piacere fisico e troverai che non è niente altro che l’armonia: infatti, mentre ciò che è in contrasto produce dolore, ciò che è in armonia produce piacere ... Osservavo e vedevo che negli esseri corporei altro è il tutto e perciò il bello, altro ciò che conviene perché ben si adatta ad un’altra cosa, come una parte del corpo al suo universo o una calzatura al piede".
Tommaso medita sulla bellezza e "unisce dunque l’anima greca, con la sua ansia di coniugare il molteplice all’ordinata profondità dell’Uno per via di analogia della forma, e l’anima ebraico-cristiana, con la sua fede nel Dio vivente, che irrompe nella storia come luce nelle tenebre e fuoco divorante".
Kierkegaard fa superare l’estetica dall’etica (aut - aut, con decisione liberatoria), sino al salto della fede: "Solo la verità che edifica è la verità per te. Cioè: la verità è interiorità, interiorità dell’esistenza ... nella determinazione etica".
Dostoevskij rivela la natura ambigua della sua concezione: "La bellezza dovrebbe essere riservata solo a ciò che è valido, buono e vero, e in un certo senso è proprio così - ma innegabile e inquietante è anche l’altro aspetto della bellezza, secondo il quale non è affatto così, ed essa può risplendere anche nel male, nel disordine, nell’indifferenza e persino nella stupidità".
Von Balthasar insiste sulla bellezza ormai persa: "In un mondo senza bellezza ... anche il bene ha perduto la sua forza di attrazione, l’evidenza del suo dover-essere-adempiuto ... In un mondo che non si crede più capace di affermare il bello, gli argomenti in favore della verità hanno esaurito la loro forza di conclusione logica". Evdokimov, metafisico della luce divina, delinea le categorie della sua estetica: "La potenza dell’amore divino contiene l’Universo e del caos fa il Cosmo, la Bellezza. Normalmente, ogni vivente è teso verso il Sole della Bellezza divina ... Nella sua essenza l’uomo è creato con la sete del bello, è egli stesso questa sete perché ‘immagine di Dio’". Per Forte musica e cinema sono due linguaggi che possono essere mediazione per la trascendenza, veicolandola in forme estetiche codificate. Nella poesia di Luzi la bellezza è coesistenza di vita e morte, rottura e pace. Nell’ultimo capitolo Forte si avvicina al limite e termina il suo saggio, scrivendo "La bellezza di ciò che passa è soglia che schiude verso gli orizzonti della Bellezza che non passa. Il Tutto si offre nel frammento, il frammento si apre verso il Tutto attraverso la porta della Bellezza ...".